Il lavoro di Paola Bandini è altamente introspettivo, intimo e coraggioso. Utilizza meccaniche semplici come la maiolica e la terracotta per la realizzazione di elementi essenziali in moduli simili che compongono grandi strutture.
L’arte di fuggire, di creare altri mondi, di scampare questa nostra realtà creandone un’altra per lei… non esistono! Guarda dentro con sincerità e coraggio; s’immerge fino in fondo, resta in apnea dentro di sé, emergendo poi con qualcosa da dirci che spontaneamente si riflette nel suo lavoro.
I suoi sono “pezzi” di vita e di lavoro che le permettono di mettersi a nudo con l’intento di rivelare e condividere aspirazioni e debolezze.



Ruote, molle, ganci e serrature
Simbologie apparentemente incongrue, quelle che prendono vita nelle sculture e nelle installazioni in maiolica di Paola
La maschera
Maschere su maschere, ed è in questa sovrapposizione che ciò che sta sotto si svela e prende il carattere di volto. Ecco la sfida… scoprire cosa c’è dietro. / Oscar Dominguez
Installazioni
Il tempo e la memoria nelle opere di Paola Bandini / Emanuele Gaudenzi

“I lavori di Paola Bandini rimandano alla propria dimensione immaginativo-domestica, ad un universo intimo, femminile e materno, che grazie all’espressione artistica riesce a liberarsi come per catarsi. Per l’artista si tratta di un lento, quasi inconsapevole, gesto di ricapitolazione della propria memoria, perseguito disegnando o dipingendo con precisione e sapienza, e facendo sì che spesso le immagini si liberino da sole. Ecco il motivo per cui nelle sue caratteristiche sculture in maiolica compaiono simbologie apparentemente incongrue come ruote, note musicali, lettere, numeri, ali, occhi, cuori infranti e fiori dipinti con particolare gusto cromatico.
Decorazioni figurative, queste, che hanno in comune il fatto di appartenere ad una zona d’ombra della propria interiorità, e per questo capaci di dare forma ad un sogno. Questo procedimento magico del portale la luce avviene, anche per i disegni, con la stessa leggerezza: rischiarare il buio che avvolge la nostra memoria, infatti, è un atto da compiersi con estrema delicatezza.
Così nel prendere corpo bidimensionalmente su carta, e tridimensionalmente su argilla, le opere di Paola portano con sé una nota di melanconia, che in punta di piedi, quasi impercettibilmente, arriva al cuore”.
di Gian Ruggero Manzoni
(dalla presentazione della mostra itinerante con il gruppo Anar.C.ORD, 2008, Bologna-Milano-Faenza)